Tanti amministratori di sistema riscontrano le lamentele degli utenti perché l’accesso a determinati servizi IT (Web, Citrix, Terminal Server ecc.) avviene in tempi non soddisfacenti. Anche servizi di cloud come per esempio office 365 possono essere colpiti. Uno dei motivi che può causare queste perfomance scadenti è dovuto al fatto che la risoluzione dell’indirizzo DNS adopera più tempo del previsto. Per scoprire eventuali cause di questi rallentamenti abbiamo implementato nella nostra soluzione Real User Experience (RUE) un nuovo DNS Plugin. Andiamo a vedere come funziona un DNS in generale: Per poter accedere al servizio, l’indirizzo DNS dev’essere risolto in un indirizzo IP. Questo richiede alcuni passi – come descritto nel grafico sottostante.
Una volta identificato, l’indirizzo IP può essere memorizzato per un tempo determinato (nella cache del server DNS). In questo caso una richiesta dello stesso dominio può essere soddisfatta in pochissimo tempo. Se il tempo di cache (time to live) è scaduto la richiesta per l’indirizzo IP dev’essere inoltrata nuovamente al DNS server come descritto nell’immagine. Per monitorare questi tempi di risposta il nuovo DNS Plugin all’interno della RUE recupera varie informazioni che in seguito possono essere analizzate. Vediamone alcune:
La RUE che raccoglie ed organizza queste informazioni è inoltre in grado di darne una rappresentazione graficaper garantire una maggiore comprensibilità dei dati rilevati:
Esempio dove si può notare il servizio plus.google.com che ha una latenza applicativa molto bassa (~5 ms) ma la risposta del dns secondario per risolvere l’host plus.google.com è arrivata con una latenza piuttosto alta (~ 1.5 sec) In questo caso l’utente lamenta un rallentamento iniziale nell’usufruire il servizio, ma il problema non è ne da imputare al servizio ne alla rete ma ad una malconfigurazione o ad un eccessivo carico del dns.